Volevo solo avere più tempo

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Il nuovo romanzo di Stefania Convalle

martedì 7 febbraio 2017

Numero 267 - Indimenticabile India - 7 Febbraio 2017


INDIMENTICABILE INDIA
di
Serena Puosi
edizioni GoWare

"L’ho sognata. L’ho bramata. Ho provato a immaginarne suoni, odori e colori prima di partire. L’ho amata senza riserve prima ancora di conoscerla, uno di quegli amori folli e totalizzanti privi di raziocinio. Un amore vero anche se acerbo, un’attrazione fatale impossibile da ignorare."

Inizia così "Indimenticabile India" di Serena Puosi.

Ma facciamo un passo indietro: fine Gennaio 2017, Firenze.

Ero in un teatro, per una riunione organizzata dalla Casa Editrice GoWare per incontrare i suoi autori (😉).
Ad un certo punto della mattinata, alcuni scrittori già pubblicati sono saliti sul palco per leggere qualche pagina della propria opera.

Serena Puosi, con la sua Indimenticabile India, mi ha conquistata alla prima parola.

Ho riconosciuto all'istante la scrittura che mi piace, snella, essenziale, ma non povera, né banale. La scrittura che prediligo. Quella, secondo me, di chi ha la scrittura nel sangue (e nel cuore).

Ho deciso di scaricare il suo ebook - per inciso, GoWare pubblica ebook fatti benissimo! Sono proprio curiosa di vedere come sarà il mio nuovo romanzo - e mi sono immersa nella lettura.

La scrittura di Serena,  donna nata con la matita in una mano e nell'altra il pc per scrivere il suo travel-blogger 

http://www.serenapuosi.com/
mercoledì tutta la settimana

è così naturale che ti fa venire voglia di mangiare il suo diario di viaggio/racconto in un sol boccone, ma poi ci si accorge che il bello di questo libro è anche assaporarne ogni tappa insieme a lei, come se magicamente fossimo stati catturati dallo schermo e ci trovassimo insieme all'autrice alla scoperta di questa terra dalle mille sfaccettature.

E così ho rallentato.

Mi ha colpito la descrizione di questo viaggio perché Serena l'ha vissuto attraverso i cnque sensi; mi ha colpito parecchio questa impostazione perché è quella che cerco di trasmettere a chi viene da me per sviluppare il proprio talento letterario.

L'india guardata, osservata, ammirata, annusata, toccata; attraverso i suoi odori, i panorami, la gente, i silenzi che diventano una musica, ma anche i rumori assordanti, il tocco di chi ti strattona per avere una foto, per avere una moneta: il tocco della povertà.

I silenzi descritti da Serena, quelli dove c'è solo il niente, ma quel niente è il tutto, tutto ciò che ci siamo persi per strada nella vita frenetica che conduciamo. 
Un silenzio al quale non siamo abituati, dove però ritroviamo ogni più piccola particella di noi.
Quel silenzio capace di commuovere l'autrice.

Serena, attraverso la sensibilità del suo sguardo sul mondo e la delicatezza d'animo che sono convinta possieda, ci descrive sì, monumenti e opere, arricchendole di aneddotti e cenni storici affatto noiosi, ma focalizza il suo sguardo sulla gente.
Sintonizza l'anima con un mondo che sta tutto da un'altra parte, rispetto a quello cui siamo abituati, il nostro mondo occidentale col suo progresso che, però, a volte progresso non è.

Ci mostra i colori dei Sari, della città Blu, del Taj Mahal, del deserto; ci sussurra le sue emozioni di fronte alle piccole cose che spesso sfuggono, ma a lei no, le mette a fuoco, le fa sue, ne coglie l'emozione e il pieno significato intrinseco e ce lo racconta, a mio parere, benissimo.

Ma ci parla anche del lato oscuro di un'India che, "dà e toglie", di usi e costumi talmente lontani da noi da infastidirci o irritarci.

Ma poi ci parla di un padre che...
"un padre di famiglia si è avvicinato per chiedermi se potevo fare una foto a lui e ai suoi figli. Dopo aver scattato, mi chiede di far vedere lo schermo della reflex ai figli: questi avevano uno sguardo smarrito che, mi spiegherà poi il padre, era dovuto al fatto che fosse la prima volta che si vedevano ritratti in una macchina fotografica. L’India non finisce mai di sorprendere, in effetti."



Indimenticabile India, attraverso la penna  di Serena, penna a tratti colma di poesia, a tratti più nervosa nel descrivere qualche disagio del viaggio; ma l'autrice ci racconta quella terra anche tramite le foto scattate durante il viaggio, e le parole prendono forma, colore, diventano palpabili.

Gli scatti che accompagnano la narrazione, valgono già da sole... "il biglietto". Accattivante mix di parole e immagini, un diario di viaggio che

ve lo dico

dovete assolutamente leggere!

https://www.amazon.it/Indimenticabile-Racconti-viaggio-Rajasthan-Varanasi/dp/8867973673


Cara Serena
concludi il tuo diario scrivendo che per un po', con l'India, saresti stata a posto; ma poi dichiari di avvertire già un  sentore di malinconia per quel Paese.

Comunque, o che tu torni in India, o che vada altrove, 
il succo è che 
DOVRAI RACCONTARCI IL VIAGGIO!
E quindi, aspettiamo il tuo prossimo libro!

Brava!

...

Alla prossima 
dalla vostra
Stefania Convalle

















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